| Devo dire che non mi preoccupa il fatto che, l'attuale governo italiano, sia del tutto simile a quello che lo ha preceduto e, quest'ultimo, sostanzialmente simile al precedente. E' un governo che si muove su una china già tracciata e sulla quale sta inesorabilmente scivolando. Si può notare, al massimo, che non sono le mutande di Ruby o l'atteggiamento serioso a cambiare le cose quando la sostanza resta la stessa. Dovrebbe essere un ammonimento, per il futuro, a lasciar perdere tutta quanto sia esteriore al nocciolo delle cose perchè, il nocciolo, viene sempre a galla: indipendentemente dal prestigio personale riscosso in certi ambienti, dai media, dalle stesse amicizie e possibilità collaborative con altri. I simili si cercano ma non è detto che, così facendo, risolvano meglio i loro problemi. Monti e i suoi seriosissimi amici UE non stanno cavando un ragno da un buco, così come non lo stava cavando Berlusconi, il primo a discutere di rigore con la Merkel, il secondo a discettare di qualche bella ragazza con Putin... le cose non cambiano. L'europa è sbagliata (era ?), è nata sbagliata, molti lo avevano detto a dire il vero ( non pochi ) che sarebbe finita così, questa è la sostanza. Al capezzale sembrano essere rimasti i sansepolcrini, magari è anche giusto, sarebbe anche più giusto che, chi non ci ha creduto fino dall'inizio, si affretti a tirare fuori qualche idea, per impopolare o dura che sia. L'accanimento terapeutico su un malato grave che per giunta, fin da piccolo, era nato con molte malformazioni rischia di costare molto caro a tutti gli europei, nè mi sembra l'ora di tirare in ballo le formule macroeconomiche che, per loro natura, funzionano solo a posteriori e sono legate all'amministrazione di un'economia più che alla sua creazione. Non è un caso che nessun economista abbia mai creato di suo nemmeno una rivendita di giornali, non ne sarebbe capace. Suonano stonate, a mio avviso, e anche un po' ridicole quelle parole " Roosveltiane " di fiducia, frutto di un mito sopravvalutato e che gli analisti attenti del New Deal hanno messo più volte in evidenza, la grande depressione si risolse sul serio solo con la seconda guerra mondiale, per il resto si vivacchiò alla meglio, altro che formidabile successo delle idee keynesiane! Un grazie per le belle parole di fiducia che quotidianamente piovono dai nostri politici, dal nostro presidente, dai commissari europei e, a giorni alterni, anche dal fondo monetario o dagli usa, ma sono solo chiacchiere ad uso e consumo giornaliero e si capisce bene. Lasciate perdere ogni atteggiamento rigoroso, il rigore vero parte da se stessi e, guardacaso, i più riogorosi tendono sempre ad essere ottimi affaristi di se stessi. Non si fa i finocchi con il culo degli altri, si è poco credibili. Prevedo ( che parolona! ) che da qui ad ottobre cambi il mondo, qualcuno mi rinfaccerà certamente questa previsione se avrò sbagliato ( sono anche sicuro che nessuno mi dirà che ho avuto ragione nel caso vada così ) e sarebbe bene pensare al dopo. Non sono catastrofista e, per la verità, non gufo nemmeno in questo senso, anch'io dovrò prepararmi a perdere qualcosa, ma sono pronto a pagare il prezzo necessario in cambio di un... cambiamento vero. In questi giorni ho l'occasione di parlare con molti imprenditori, quasi tutti hanno idee molto precise su quello che vorrebbero fare, la crisi stimola le idee e, molti di loro, hanno anche notevoli disponibilità economiche ma, quello che più o meno tutti mi dicono è che: " in queste condizioni è meglio aspettare ". Nessuno si sente più pronto ad investire fondi propri fino a quando non ci sarà una rivoluzione copernicana del sistema. Non ne ho trovato nemmeno uno minimamente interessato alle astruse complicazioni della legge sul lavoro della Fornero, indifferenza totale; tutti concordano sul fatto che, sul rilancio, non siano mai state pronunciate le parole che ci aspetta; molti hanno già in atto piani di delocalizzazione fuori dalla UE ( il Brasile va molto di moda ); nessuno, proprio nessuno tra quelli che conosco è più disposto a farsi dire da Monti o da Barroso cosa deve fare per il suo bene, nessuno è più disposto ad assecondare una fiscalità ladra e ingannevole come questa, nessuno ha più voglia di sostenere la spesa pubblica italiana, nessuno è più disponibile a subire i ritardi e le complicazioni assurde della burocrazia italiana e dei suoi esponenti di piccolo o grande rango. Nessuno è nemmeno minimamente interessato ad inchieste storiche o attuali sui responsabili della crisi. La crisi c'è e, a meno non accadano profondi cambiamenti di merito e di metodo ( sarebbe quest'ultimo lavoro da politici se ci fossero dei politici in giro ), durerà ancora dieci-quindici anni. Nessuno, proprio nessuno, pensa minimamanete che persone come Monti ( ma anche gli altri colleghi europei ) siano in grado di accellerare la soluzione, tutti pensano, invece, che avranno il potere di allungarla anni ed anni proponendo soluzioni vecchie e, spesso, di parte o con una scaletta di priorità sbagliata. Non so se i miei amici ed io la vediamo bene o male; io penso che ci sarà una brusca caduta, loro pensano che le cose si trascineranno stancamente tra piccole ripresucce, magari truccando i conti, e grandi perdite che porteranno l'economia e il benessere allo stato di cinquant'anni fa... vedremo. Penso che nei prossimi giorni saranno fatti estremi tentativi per mantenere la Grecia nell'euro, non tanto perchè ce ne freghi qualcosa della Grecia ma perchè sarebbe l'innesco della fine, questo è il vero timore. Bene, qui ho espresso il mio stato d'animo attuale, in maniera analoga a quanto già fatto precedentemente su questo forum. Mi piacerebbe che questo spazio, tutelato dalla soppressione immediata di ogni sviamento e polemica faziosa, possa diventare una specie di " osservatorio permanente personale " di ognuno di noi su come vede e sente, personalmente e con sincerità, questa grande crisi lungo il suo svilupparsi nei prossimi mesi ( anni? ). Magari sarà interessante notare i cambiamenti di prospettiva che potrebbero succedersi, potrebbe venirne fuori una buona documentazione.
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